Oggi facciamo una chiacchierata con Olli, un ragazzone finlandese molto disponibile e sorridente, accompagnato dalla moglie Manuela che ci aiuta nella traduzione.
Una famiglia che al bisogno diventa il suo team. Nonno Bruno e zio Giorgio, “The nonni” che Olli ribattezza in “the ragazzi”, alla 24h del Montello (https://www.24hmontello.it/) erano la sua squadra di supporto.
Cominciamo, quale è la tua carriera sportiva e come ti sei avvicinato alla disciplina dell’ultracycling?
Penso che sia stato mio fratello maggiore, ad avermi trascinato negli sport di resistenza quando eravamo già adulti. Ci mettevamo alla prova partecipando a gare di corsa e ciclismo su lunga distanza. Ricordo che abbiamo fatto 15 anni fa 300 km “Vätternrundan” in Svezia,
poi 540 km “Styrkeprøven” in Norvegia e infine 1230 km Paris – Brest – Paris patent in Francia. Dopo P-B-P mi sentivo come se non ci fossero più distanze da percorrere. Abbiamo fatto alcuni lunghi brevetti e pedalato contro il tempo, ma l’ultima di quelle corse è stata il 2013. Poi sono seguiti diversi anni senza corse più lunghe delle normali gare di un giorno e di poche ore.
Un paio di anni fa, sono andato di nuovo a fare un giro di 600 km, questa volta con il mio più piccolo. Andai piuttosto bene e ho pensato di provare una gara di ultra-cycling. In Finlandia non abbiamo molta attività agonistica sulla lunga distanza, e poiché comunque visito l’Italia
abbastanza spesso per visitare i parenti di mia moglie lì, ho deciso di partecipare alla cronometro di 12 ore a Bagnolo. Ho semplicemente adorato l’atmosfera durante l’evento e, naturalmente, il percorso con i suoi dintorni è stato meraviglioso. Anche questa gara è andata bene, ho deciso di continuare con la gara successiva. Era la RAI775 (edizione 2021)
che si è rivelata estremamente difficile! Assolutamente l’evento sportivo più difficile che abbia mai fatto.
E per il 2022, quali sono i tuoi obiettivi?
Il mio obiettivo principale è sempre quello di cercare di mantenermi in salute e divertirmi mentre mi alleno e partecipo alle gare. Per me gran parte del ciclismo è viaggiare e combinare il ciclismo con una vacanza. Correre comunque, dà la motivazione per continuare a pedalare anche quando le condizioni non sono perfette o manca il tempo. Naturalmente ho
dei piani per il 2022: la prima gara della stagione sarà di nuovo RAI775 ad aprile. L’anno scorso ho avuto momenti davvero difficili, anche perché non ero affatto abituato al caldo, sudavo molto e mi sono disidratato già dall’inizio. Ora mi sto allenando di più al chiuso e ho già prenotato una breve vacanza alle Isole Canarie, quindi spero di essere più preparato
quest’anno.
Poi ci sono alcuni eventi più brevi in Finlandia: una specie di giro di 24 ore a giugno, circa 300 km del Lake Saimaa Tour a luglio (purtroppo esattamente nello stesso fine settimana dell’Ultracycling Dolomitica). Per il momento questo è quello segnato in calendario, ma non mi stupirei, se mi trovassi in Italia per un’altra gara a Bagnolo. Vediamo poi se metto altri
appuntamenti in autunno. Sicuramente a fine anno, poco prima di Natale, c’è il “Solstizio d’Inverno”: una corsa in cui bisogna percorrere quanti più chilometri possibili tra il tramonto e l’alba, durante la notte più lunga dell’anno. Quest’inverno ho dovuto rinunciare per motivi logistici, per ripiegare su di un evento non ufficiale al chiuso, spero che sia possibile
partecipare di nuovo il prossimo dicembre.
Le temperature invernali in Finlandia sono decisamente impegnative, ma riesci comunque ad allenarti in esterno. Quali sono i tuoi accorgimenti per contrastare il freddo e quali consigli ti senti di dare a coloro che nella stagione fredda rinunciano all’uscita?
Qui nella zona di Helsinki abbiamo per lo più temperature comprese tra 0 e -10 gradi. Quindi non fa così freddo, dopotutto. Il ghiaccio e la neve sono molto sfidanti e le gomme chiodate su una mountain bike o una bici da ghiaia/ciclocross sono altamente raccomandate. (Anche per una migliore protezione contro le forature. Non è per niente simpatico rimanere con le
gomme a terra quando fa freddo).
La mia circolazione sanguigna nelle dita di mani e piedi non è delle migliori, quindi ho dovuto trovare alcuni trucchi per affrontare il freddo. Non posso fare giri troppo lunghi con i guanti normali, così mi sono cucito direttamente sulle impugnature dei “guanti da manubrio” di pelle
di agnello. Un materiale naturale estremamente caldo che mi risolve il problema anche a temperature di -15 gradi. L’inverno scorso giravo esclusivamente con scarpe MTB molto pesanti: Lake MXZ 400. Sono molto calde e si adattano anche ai pedali da corsa…. l’unico difetto è che pesano quasi un chilogrammo ciascuna. Quindi per questa stagione ho
acquistato dei calzini riscaldabili di Lenz, e indossandoli è possibile utilizzare scarpe più leggere. Funzionano benissimo anche con le normali scarpe da strada, a meno che non siano molto strette. Per i liquidi, ho un Camelbak relativamente piccolo che indosso sotto la giacca, quindi le bevande rimangono calde e il tubo e l’ugello non si congelano. Ma il trucco
più importante per stare al caldo, è semplicemente avere abbastanza energia e continuare a pedalare. Sudo molto anche quando gela, quindi nelle giornate fredde normalmente non faccio più di 5 ore ed evito di fermarmi.
Anche nelle gare della durata di giorni, il tempo di sosta viene ridotto al minimo, compreso quello di riposo notturno. Come riesci a gestire il sonno durante le gare?
Non ho mai fatto gare davvero lunghe che durino giorni (tranne nella P-B-P, quando su tre notti, una ce la siamo concessa in un hotel per una piccola sosta), quindi non ne ho ancora una grande consapevolezza. Come tutti gli ultraciclisti, ho comunque avuto bisogno di combattere la stanchezza, e durante le mie pedalate ho fatto dei micro sonnellini. Nella RAI775 ho avuto bisogno di fermarmi quattro volte durante la notte e la mattina. La guida
era diventata troppo pericolosa. Quindi mi sono sdraiato su una panchina per essere però svegliato dal freddo dopo solo 10 – 15 minuti. In Finlandia ho dovuto fare un breve pisolino in un giro notturno, ed è stata l’unica volta che ho usato la coperta di emergenza: non che facesse così freddo, ma lì abbiamo così tante zanzare che restare scoperti era impossibile!
C’è qualcosa del quale non puoi fare a meno in gara e che consiglieresti a chi si avvicina alla disciplina dell’ultracycling di portare con sé?
Il mio maggior problema è stato un dolore insopportabile ai piedi, che si presentava già dopo poche ore di pedalata. Credo di aver trovato una soluzione con scarpe su misura, quindi non farei più lunghi giri con scarpe diverse da queste. Un’altra cosa della quale non farei a meno per i viaggi lunghi e brevi, è il radar posteriore. Quando sei molto stanco, è confortante
sapere di essere visto dagli automobilisti ed è un buon aiuto vedere sul computer se qualcuno si avvicina da dietro. Vorrei che Garmin avesse installato una batteria più duratura!
Così come una buona luce con una batteria potente, è un must se hai intenzione di pedalare durante la notte.
Di Paolo Pistelli